Pecorino Romano, Sos alla politica. Maoddi: “Servono strategie per ripensare il settore e invece è tutto fermo, l’agroalimentare ignorato da candidati e programmi elettorali”

Pecorino romano verticale.jpgSubito politiche per la ripresa - “Nonostante la situazione nazionale e internazionale non sia delle migliori, tanto da mettere in difficoltà un settore come quello dell’agroalimentare che traina l’economia del Paese, la politica è totalmente immobile e priva di strategie, concentrata a dividersi seggi e candidature ma totalmente assente sui problemi reali che gli operatori del settore vivono”, dice Maoddi. “Gli interventi sull’agroalimentare sono totalmente spariti dalle agende e dai programmi elettorali dei partiti: nessuno parla delle difficoltà che ogni giorno vengono affrontate, non ci sono proposte concrete per risollevare il settore dopo la pandemia e la guerra, per contribuire a far fronte ai costi di produzione e trasformazione, ingigantiti da una speculazione senza precedenti come quelli di esportazione”.

 

Numeri eccellenti da proteggere - Secondo Maoddi, la prima cosa da fare con urgenza è puntare sul ricambio generazionale, in modo da garantire un futuro alla produzione del Pecorino Romano, per la Sardegna di fondamentale importanza. E i numeri lo confermano: nel sistema delle DOP, il Pecorino Romano rappresenta il 52% dei prodotti derivanti dal latte ovino nell’UE e l’85% in Italia. Il Consorzio che lo tutela conta 12.000 aziende zootecniche, circa 25.000 addetti complessivi e 40 caseifici. Il valore alla produzione, 326mila quintali, è pari a 375 milioni di euro e al consumo di oltre 600 milioni.

 

Puntare sui giovani per fermare lo spopolamento delle zone interne - “Si parla sempre di spopolamento delle zone interne, ma se ne parla e basta. Mettere a punto politiche mirate per incentivare i giovani a restare nella loro terra e lavorare nel mondo dell’allevamento, a restare nelle aziende di famiglia, sarebbe uno dei modi più validi e concreti per evitare la grande fuga alla quale stiamo di nuovo assistendo. L’abbiamo chiesto più volte, noi come Consorzio facciamo il possibile con diverse iniziative per sostenere e motivare i nostri ragazzi, ma è un compito che spetta anche e soprattutto alla politica. Così come spetta alla politica studiare strategie per migliorare le tecnologie, sostenere la valorizzazione delle produzioni, sostenere le imprese – che si occupano di produzione, trasformazione ed esportazione - e tutelare gli operatori dalla concorrenza sleale sui mercati internazionali. Non basta usare l’agroalimentare come bandiera dell’eccellenza italiana nel mondo: perciò – conclude Maoddi – lanciamo con largo anticipo il nostro appello ai futuri parlamentari sardi. Abbiamo bisogno di politiche serie e della presenza costante ed efficace delle istituzioni. Prima che sia troppo tardi”.

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